Comune di Lomello

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Basilica di Lomello

Piazza Castello 1
Telefono 0384.85005 – 0384.85272
Fax 0384.85245
Sito Internet: www.comune.lomello.pv.it
Posta elettronica: segreteria@comune.lomello.pv.it

EVENTI ANNUALI

  • Festa patronale: seconda domenica di maggio
  • Festa medievale: terzo fine settimana di giugno
  • Torneo degli armigeri: prima quindicina di ottobre

CENNI STORICI

Lomello, antica “mansio” romana, conserva resti delle originarie mura romane e monumenti medievali di pregio, quali il complesso religioso formato dalla basilica di Santa Maria Maggiore (XI secolo), costruzione del primo periodo romanico lombardo, e dal battistero di San Giovanni ad Fontes (V-VII secolo), monumento longobardo significativo, con i resti dell’originale fonte battesimale. Notevoli monumenti sono anche la chiesa di San Michele (XII secolo), con tiburio ottagonale e il castello Crivelli (XIV secolo), attuale sede municipale, che custodisce alcuni interessanti affreschi cinquecenteschi nonché due mosaici d’epoca romana. Attualmente con il recupero della chiesa-oratorio di San Rocco (XVI secolo), adibita a centro polifunzionale, si è aperta al pubblico un’ulteriore struttura in grado di ospitare eventi e manifestazioni, principalmente destinati ad approfondire e accrescere la conoscenza del territorio.
Nel 568 dopo Cristo scendono in Italia i Longobardi con a capo Alboino e occupano la pianura padana. Dopo il breve regno di Clefi (573-574) si hanno dieci anni di interregno con il governo di 35 duchi. Nel 584 è eletto Autari, che estende a sud il dominio longobardo: muore il 5 settembre del 590, lasciando vedova Teodolinda. Due avvenimenti, in particolare, hanno come scena Lomello. Il matrimonio della regina Teodolinda con Agilulfo e la prigionia della regina Gundiperga in una torre della fortezza di Lomello.
Nel 774 termina il regno dei Longobardi, cui subentreranno i Franchi. Lo storico lomellino Carlo Calvi riferisce della tumulazione a Lomello del marchese d’Ivrea e conte di Lecco, uno dei quattro reggenti d’Italia, detto Auscario (Atone o Ottone) insieme alla moglie contessa Falenda o Ferlinda.
Nel periodo feudale la rocca di Lomello, dopo una prima distruzione e una parziale ricostruzione, pare sia stata nuovamente smantellata. Fu poi spostata nel luogo dell’attuale castello (“castrum novum”), mentre prima si trovava nell’arca della basilica di Santa Maria Maggiore (“castrum vetus”). Nel 1375 un documento ricorda una proprietà, delimitata da un fossato del “castri noui” e da quello del “castri veteris”. I primi conti di Lomello conosciuti nella storia sono i Conti Palatini (ministri dei Sacro Palazzo Imperiale). Nel XV secolo, sotto Gian Galeazzo Visconti duca di Milano, sembra che a Lomello che fosse stato trasportato il tribunale superiore di Pavia poiché il borgo era stato esente da contagio.
Il 27 agosto 1449 Francesco Sforza dà in feudo Lomello e Dorno ad Antonio Crivelli con la facoltà di cingere il paese con mura e fossato. Il Crivelli fa costruire quasi dalle fondamenta il castello, che era stato distrutto da Facino Cane, lo cinge di fossato, inserendo tra l’altro il ponte levatoio. Con i Conti Palatini il nobile borgo entra in un periodo di decadenza poiché Lomello non costituiva più un crocevia importante per le comunicazioni e per le nuove strategie belliche. Le continue scorrerie degli eserciti, mercenari, al soldo di questo o di quel signore, del re di Francia o di quello di Spagna, avevano impoverito le risorse della Lomellina.
Nel 1707 la Lomellina passa ai Savoia, che se la vedono assegnare definitivamente nel 1713 con il trattato di Utrecht. Le condizioni economiche degli abitanti di Lomello erano sì migliorate, ma rimanevano ancora misere, anche perché le ricchezze erano concentrate in mano a poche famiglie milanesi come i Crivelli, i Confalonieri e i Malaspina, che sino alla metà dell’Ottocento, esercitavano sulla Lomellina l’egemonia del censo.
Le guerre d’indipendenza nazionale passano anche da Lomello.
Dal 1908 al 1912 fu ampliato e ristrutturato il palazzo comunale, in piazza Umberto I (ora piazza della Repubblica), su progetto dell’ingegner Luigi Comi.