La Pila – Sartirana Lomellina

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EVENTI ANNUALI

Sartirana Textile Show, mostra-mercato di arte tessile che richiama mercanti e appassionati da tutto il mondo (settembre)

La Pila, il cui nome deriva dal processo di pilatura del riso, fu edificata nel XVII secolo per essere adibita alla lavorazione e allo stoccaggio del riso. Oggi è un’isola dall’incredibile fascino che affiora imprevista dal verde dei campi circostanti.
La struttura è attiva nell’organizzazione di convegni, corsi di formazione ed eventi, nazionali e internazionali, e promuove numerose manifestazioni artistiche e culturali. Annualmente, nel mese di settembre, la Pila ospita il Sartirana Textile Show, mostra-mercato di arte tessile che richiama mercanti e appassionati da tutto il mondo.
La Pila, in collaborazione con il Comune di Sartirana, promuove iniziative dedicate allo sviluppo del turismo nel territorio lomellino, attraverso programmi didattici destinati alle scuole e l’organizzazione di giornate di valorizzazione del patrimonio gastronomico, naturalistico e storico locale.

CENNI STORICI

Gli edifici che compongono la Pila rappresentano una testimonianza di interesse storico legato alla coltivazione del riso che, da secoli, costituisce una risorsa economica per tutto il territorio della Lomellina.
Nato come magazzino di stoccaggio e lavorazione, conserva numerose testimonianze che documentano i processi legati al ciclo di lavorazione del riso.
La parte più antica degli edifici, risalente al XVII secolo, si compone di grandi sale, con volta a botte e a crociera, in tipici mattoni rossi di creta destinati alla custodia delle granaglie dopo la mietitura.
Spettacolari i soffitti nelle sale al primo piano con suggestive capriate in legno; molte pareti portano ancora, dipinti a tempera, i livelli e i pesi del riso stoccato.
La tramoggia esterna trasportava il riso grezzo al primo piano per il processo di essiccatura; è ancora visibile una canalina “a vite senza fine” munita di bocchettoni che distribuiva il riso nelle varie aree del magazzino lungo 35 metri.
La parte mediana, ottocentesca, contiene ancora un mulino ad acqua, con rotore orizzontale, mosso dalle acque deviate dell’antico (quattrocentesco) Roggione di Sartirana, che forniva l’energia necessaria per l’impianto di pilatura, realizzato con macchinari ancora oggi presenti e potenzialmente funzionanti.
Dopo la pilatura, ovvero la scortecciatura del chicco dalla “pula”, il riso veniva brillato attraverso un processo di lucidatura in un rotore a spazzole rigide, presente nell’ultimo tratto dell’edificio databile intorno agli inizi del XX secolo.
Il riso “bianco” veniva infine insaccato in teli di iuta, classificato e stoccato. Con uno scivolo in legno, ancora visibile, i sacchi così confezionati venivano caricati sui carri in attesa nel cortile sottostante.
Il ciclo della pilatura rimase attivo fino alla fine degli anni Sessanta. Ora, conservato nelle sue strutture principali, costituisce con altri oggetti di cultura materiale una memoria preziosa e unica per la storia del territorio lomellino.