Anche l’Ecomuseo negli “Orizzonti rurali” del Gal Risorsa Lomellina

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«Il progetto “Orizzonti rurali” è rivolto agli abitanti delle grandi città, che possono appunto vedere la campagna dal balcone del tredicesimo piano del loro condominio». Luca Sormani, direttore del Gruppo d’azione locale (Gal) Risorsa Lomellina, riassume così il progetto di cooperazione internazionale inserito nel Piano di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione Lombardia, cui aderiscono anche i Gal Lago di Como, Terre del Po (Mantova), Carso (Trieste) e Dorzecze Mleczki (Polonia). L’iniziativa di turismo sostenibile, concepita per incentivare le metropoli alla riscoperta di zone a vocazione agricola distanti solo poche decine di chilometri, è partita con una videoconferenza. «La Lomellina – spiega il vigevanese Sormani – avrà modo di spendere 200mila euro per concretizzare lo slogan “La città riscopre il suo giardino”, che purtroppo è divenuto ancora di più stretta attualità a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19: nei prossimi mesi gli spostamenti turistici saranno senz’altro circoscritti e i lunghi viaggi dovranno essere evitati. Di conseguenza, la fruibilità di territori a portata di mano sarà una sorta di ancora di salvezza per chi desidera evadere dalle abitudini quotidiane». In particolare, i cinque Gal pensano a intercettare i turisti di Milano, Trieste, Lubiana e Cracovia, che in un’ora di automobile possono raggiungere le zone di campagna in cui operano i vari gruppi d’azione locale. Il mezzo preferito per la gita fuori porta sarà la “auto condivisa” (car sharing) o quella elettrica in stretta connessione con le reti di trasporto pubblico già esistenti. Il Gal Risorsa Lomellina presieduto dal medese Stefano Leva è capofila del progetto che ha già inglobato varie realtà di promozione territoriale come l’Ecomuseo del paesaggio lomellino, la Comunità montana del Triangolo lariano e la Comunità montana del Lario Intelvese. Il percorso appena avviato sfocerà fra un anno in una serie di eventi promozionali. «Pensiamo – conclude Sormani – di sfruttare le reti di mobilità intelligente e di organizzare appuntamenti sia per il grande pubblico sia per gli addetti ai lavori. Già dalla prossima settimana lavoreremo all’azione comune con gli altri Gal lombardi con l’obiettivo di definire contenuti e metodologie per lo sviluppo di un programma condiviso. E presto la collaborazione potrebbe essere ampliata ad altre realtà europee».

Dieci i luoghi da visitare obbligatoriamente secondo Luca Sormani. I turisti saranno accompagnati alla cripta dell’antica chiesa di San Pietro di Breme, inserita nell’omonima abbazia benedettina. Lunga poco più di 11 metri e larga sei, probabilmente in origine continuava per altre tre campate. Immancabile poi la visita ai resti longobardi di Lomello: la basilica di Santa Maria Maggiore, in cui furono celebrate le nozze della regina Teodolinda con il duca di Torino Agilulfo, e il battistero di San Giovanni ad fontes. Tra Frascarolo e Suardi si trova l’abbazia cistercense di Santa Maria di Acqualunga, fondata nel 1180 da Ascherio, abate di Santa Maria di Rivalta Scrivia, mentre dello stesso periodo è la Pieve di Velezzo, con il battistero e la chiesa. A Mortara si trova l’abbazia carolingia di Sant’Albino, nei cui pressi nel 773 si svolse la battaglia tra i Franchi di Carlo Magno e i Longobardi di re Desiderio. Poi Sormani consiglia di visitare la garzaia di Celpenchio, zona umida all’interno del paleoalveo del torrente Agogna fra Rosasco, Castelnovetto e Cozzo. Il vicino borgo di Rosasco conserva un suggestivo centro storico, con la “torre del consegno”, la torre ornata di merli ghibellini e la chiesa di San Valentino nel recinto dell’antico castello. A Sartirana si trova il castello visconteo, proprietà per diversi secoli dei conti Arborio di Gattinara, e a Robbio il vigneto celtico della cascina Molino Miradolo. Infine, a Pieve del Cairo gli ontaneti e i fontanili delle cascine San Marzano e Mercurina, al centro di un progetto di tutela da parte della fondazione Dare frutto di Milano.